La Cronaca di Travnik: Il Tempo dei Consoli
di Ivo Andric
(Mondadori, Milano 2001)
Da questo romanzo (del 1942) emerge, in modo elegantemente costruito
ed intellettualmente raffinato, un ritratto attento di sette anni
Napoleonici, sette anni fondamentali, dal 1807 al 1814. Un ritratto
visto attraverso la foschia della grande distanza fra la Bosnia e
Pairig, il centro dell'Impero. E' un ritratto bello, che dice tanto ed
in modo profondo.
Io pero' ho vissuto la storia piu' come una storia di persone che come
un affresco storico. Mi sono appassionato alla storia dei consoli,
francese ed austriaco, del francese Daville e dell'austriaco von
Mitterer prima e von Paulich dopo (cosi' diversi i due austriaci), dei
visir e degli approcci tanto diversi al potere. Fantastiche le corti
dei visir, eccellenti, farabutti ed a volte sporchi gli interpreti,
Davna e Nicola Rota. Forse le "mogli" (la consolessa francese e quella
austriaca) sono i caratteri meno condivisibili, in cui emerge una
visione un po' "bacchettona": brava ed adorabile la concreta,
cattolicissima ed entusiasticamente manzoniana moglie francese,
debole ed inutile invece l'austriaca, dalle forti passioni temporanee
e gli amanti rigorosamente virtuali.
In ultimo c'e' la Bosnia, con un ritratto di terra antica e complessa.
E' in qualche senso un libro sulle differenze, soprattutto descritte e
mai catalogate, ma si', un libro sulla diversita'.
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