LE PAROLE CHIAVE

MODERNITA'

LOTTA

innovazione
anarchia
guerra o rivolta?
nazionalismo

TECNICA

macchina
metropoli
velocità
ENERGIA
luce
macchina
velocità
SIMULTANEITA'
velocità
internazionalismo

ANARCHIA

I funerali dell'anarchico Galli, C. Carr›, 1911Nel suo furore contro la tradizione, il futurismo vede con spontanea simpatia "il gesto distruttore dei libertari" , ossia degli anarchici, che erano le bestie nere dei benpensanti borghesi e come tali  ovunque perseguitati dal potere politico. In quel periodo in tutta Europa gli attentati di stampo anarchico ai monarchie agli autocrati (come quelli dei populisti russi) avevano enormemente colpito l'mmaginazione collettiva. In Italia l'anarchico Bresci nel 1900 aveva ucciso il re Umberto I.
L'anarchico incarna la sfida al potere  e ai valori costituiti, la sovversione, ed e' soprattutto questo  aspetto dinamico, la pratica del gesto esemplare e della violenza, che interessa i futuristi, mentre , paradossalmente, i motivi sociali per cui gli anarchici si battono sono secondari o addirittura indifferenti. Non a caso nel Manifesto "il gesto distruttore dei libertari"è messo sullo stesso piano del patriottismo e del militarismo.
Si tratta quindi di una simpatia per il coraggio e l'estremismo, non per l'ideologia classista e internazionalista dell'anarchia:  di fronte alla guerra mondiale i futuristi, come interventisti, si trovarono schierati contro gli anarchici, che si rifiutavano di combattere "la guerra dei padroni"  e di uccidere proletari di altri paesi.
 
 
 

GUERRA O RIVOLUZIONE?
parole correlate: NAZIONALISMO, LOTTA

La guerra è un tema che ha una rilevanza particolare nell'immaginario futurista. Una rilevanza concreta perché i futuristi non si limitarono ad esaltare la guerra a parole, ma presero parte attivamente alla prima guerra mondiale. La guerra si presenta  per loro come lo  sbocco emblematico della conflittualità naturale che permea il mondo. Se tutta  la vita è lotta, rischio, se  i futuristi amano le sommosse e le rivolte che scuotono il vecchio ordine,  per loro la guerra, scontro massiccio, collettivo,  è il momento  culminante di un dinamismo innovativo che investe e travolge interi popoli e civiltà. Le attribuiscono il potere di rinnovare  radicalmente la storia e l'uomo, in modo quasi taumaturgico. Come già enunciato nel manifesto di fondazione del 1910: "Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo..." E quattro anni dopo, più esplicitamente: "La Guerra [...] è una legge della vita. Vita = aggressione. Pace universale = decrepitezza e agonia delle razze. [...] Soltanto la guerra sa svecchiare, accelerare, aguzzare l'intelligenza umana, alleggerire ed aerare i nervi...", dice Marinetti nel manifesto "In quest'anno futurista" indirizzato agli "studenti d'Italia" e datato 29 settembre 1914, ripubblicato l'anno dopo nel volumetto Guerra sola igiene del mondo (Edizioni Futuriste di "Poesia", Milano).
Per i futuristi  la guerra, come legge profonda della vita, è  anche festa, esuberanza vitale, profusione salutare di energie.  Qui si situa l'attività interventista e l'adesione convinta alle guerre che scoppiano in quegli anni .
Quanto all'interventismo, in una prospettiva d'innovazione della società, i futuristi lo condividevano con gran parte della più inquieta giovane generazione europea; e in questo si trovavano sul medesimo versante della pur minoritaria posizione leninista, convinta della possibilità di trasformare la guerra imperialista in guerra civile contro la borghesia.
Carr›, Tavola parolibera, "Sintesi futurista della guerra"Questo e'  uno dei punti fondamentali di ambiguita` del futurismo. Infatti il rinnovamento sociale che i futuristi si augurano non è necessariamente quello  auspicato dai rivoluzionari marxisti, ai quali comunque li unisce la radicalità e l'uso deliberato della violenza. I rivoluzionari perseguono la giustizia sociale, mentre il rinnovamento cui aspirano i futuristi è innanzitutto di natura estetica ("canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne"),  movimento fine a se stesso, indipendentemente dai contenuti. "Noi affermiamo (...) come principio assoluto del Futurismo il divenire continuo e l'indefinito progredire, fisiologico ed intellettuale dell'uomo." (Guerra sola igiene del mondo,cit.)
Il fatto stesso di porre su uno stesso piano, nel Manifesto del futurismo," le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa" mostra che quello che sta più a cuore al futurismo è il dinamismo in quanto tale. Se le folle scendono in piazza per scontrarsi con la polizia o si scatenano nelle sale da ballo, da un punto di vista futurista  in prima approssimazione è equivalente.
Così se i futuristi possono apprezzare tanto le guerre come le rivoluzioni,  per il  violento impulso che esse imprimono alla storia, i marxisti invece  giudicano  i diversi movimenti politici in funzione degli obiettivi proposti.
Il futurismo poté quindi avere esiti politicamente opposti  in Russia e in Italia, saldandosi in un caso alle correnti più radicali di rinnovamento dal basso della società,  nell'altro confluendo invece sulle posizioni del fascismo, anzi contribuendo a determinarlo.
Vedremo poi più approfonditamente come si articola la differenza tra punto di vista futurista e punto di vista marxista, in relazione alla guerra e allo scontro politico in generale.
 
 

INNOVAZIONE
vedi anche: TECNICA

Esempio di tipografia futurista dal volume di Marinetti Zang Tumb Tumb (1914)
La lotta dei futuristi è innanzi tutto contro il passatismo. In Italia questo rifiuto della tradizione non si limita alla tradizione accademica, ma significa inevitabilmente polemica con la Chiesa cattolica e anti-clericalismo.
L'innovazione culturale è strettamente collegata all'innovazione tecnologica che dilaga in ogni campo e si avvale a sua volta di strumenti tecnici accuratamente determinati.
Ad esempio in letteratura il verso libero, la distruzione della sintassi, le parole in libertà e l'immaginazione senza fili; in pittura l'uso di linee di forza, il complementarismo, la compenetrazione dei piani. Sono strumenti studiati per sconcertare e creare effetti sconosciuti all'arte del passato.
 
 
 

INTERNAZIONALISMO
parole correlate: NAZIONALISMO

Il futurismo fin dalle origini volle proiettarsi al di fuori dei confini nazionali.
Non è un caso che il Manifesto del futurismo uscì in francese su "Le Figaro" allo scopo di imporsi immediatamente all'attenzione europea e mondiale.
I toursdi Marinetti per l'Europa (Russia compresa) perseguono lo stesso scopo di diffondere il futurismo come estetica della modernità, che come tale travalicava i confini nazionali; ed effettivamente i moduli futuristi penetrarono molto rapidamente in tutte le società moderne, in termini relativamente omogenei.
Con la loro presenza attiva contemporaneamente nelle più diverse situazioni locali, i futuristi puntavano a realizzare una vera e propria simultaneità culturale.
Questa dimensione intrinsecamente internazionale, antiprovinciale prevale a volte sul patriottismo nazionalistico e spiega il successo del futurismo all'estero. Qui emerge una delle ambiguità fondamentali del movimento, che in Italia, come è noto, prese posizioni politiche  drastiche in senso nazionalistico.
 

LOTTA
parole correlate: INNOVAZIONE, ANARCHIA, GUERRA O RIVOLTA?, NAZIONALISMO

"Non vÌè più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere considerato un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti allÌuomo" (dal Manifesto futurista del 1909)

Nella visione futurista del mondo, la lotta è affermazione dell'energia contro tutto ciò' che è inerte (passività, materia bruta)  e le fa resistenza. Quanto piu'  il mondo invecchia, tanto più il passato s'accumula e pesa come un macigno, tanta più lotta è neccessaria a ciò che è nuovo e vivo per emergere.  Soltanto la lotta  dà  al mondo un avvenire. Per questo non è tanto una  dura necessità , quanto un valore morale ed estetico.
Alla lotta sono collegati i valori futuristi di "coraggio", "audacia",  "ribellione",  spericolatezza, anzi, "amore per il pericolo".
La lotta non può indietreggiare di fonte a nessun mezzo, la violenza le è connaturata. "Noi vogliamo esaltare ...lo schiaffo e il pugno". Per il futurismo la violenza non è un male, magari necessario: è la sola reazione sana e risolutiva, addirittura entusiasmante, al torpore mortale dell'inerzia e della rassegnazione. " Noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria", proclama Marinetti nel suo programma.  Il futurismo sente troppo pesantemente l'oppressione del passato per aver fiducia nei movimenti lenti, nell'evoluzione graduale; è una visione semplificatrice e impaziente dell'esistenza; vuole troncare gli indugi, gli invischiamenti. Crede nel valore rigenerante delle esplosioni e  si affida, abbastanza ingenuamente,  all'effetto liberatorio delle esperienze di rottura.
Questo è vero anche per l'arte, che è l'ambito privilegiato in cui i futuristi lottano per l'esistenza e per il sopravvento: "L'arte (...) non può essere che violenza, crudeltà e ingiustizia", insiste Marinetti nel Manifesto del 1909.
 

LUCE
parole correlate: VELOCITA'

Giacomo Balla, lampada ad arco, 1909"Noi ci proclamiamo signori della luce" (dal...)
La luce rappresenta la forma più pura di energia e il limite estremo della velocità ed è quindi al centro dell'immaginario futurista. Se  gli effetti di luce sono tra i temi ricorrenti della letteratura futurista,  ovviamente è  soprattutto nelle arti visive che l'interesse per la luce è dominante: non più per captare le atmosfere en plein air come nell'impressionismo, ma proprio per il suo dinamismo energetico (per questo i pittori futuristi dedicano un particolare attenzione alla luce artificiale).

"Il moto e la luce distruggono la materialità dei corpi", dice il punto 4 del Manifesto tecnico della pittura futurista. E i pittori si concentrano a compiere sotto i nostri occhi la scomposizione e compenetrazione degli oggetti, per l'azione simultanea della luce e della velocità. Insieme alla rappresentazione del movimento, lo studio della luce  e dei suoi effetti calamitano l'attenzione dei pittori futuristi.
Balla è affascinato dalla luce che è uno dei soggetti fondamentali della sua pittura sia figurativa che astratta; è proprio inseguendo uno studio della luce che Balla realizza alcunidei primi quadri puramente astatti del secolo: la serie delle "Interpenetrazioni iridescenti" (1913).
 
 

MACCHINA

parole correlate: VELOCITA'

Luigi Russolo, dinamismo di un'automobile, 1912Al di là delle singole macchine che eccitano i futuristi (le motociclette, le automobili e  gli aerei), la Macchina rappresenta di per sè l'oggetto simbolico fondamentale del futurismo, la cifra della modernità. I futuristi prerdiligono ciò che è artificiale a ciò che è naturale, contrappongono le "lune elettriche" al chiaro di luna, arrivano a sentire la macchina come un essere vivente ("le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi" - dal Manifesto futurista del 1909), anzi addirittura senziente, dotato di personalità, e viceversa  vedono gli esseri viventi come ingranaggi e meccanismi animati: il corto circuito tra ciò che è vivente e ciò che è meccanico, inorganico, è caratteristico delle metafore futuriste e le identifica a colpo sicuro.

La macchina non è vista sotto l'aspetto utilitaristico ed economico ma piuttosto come creatura dell'immaginazione inventiva, a sua volta creatrice di nuove percezioni e di nuove immagini; non è contrapposta alla vita ma potenzia enormemente la vitalità dell'uomo. La macchina è incapace di amare, ma non è per questo  meno viva e vitale. Alla passione per la macchina fa da contrappunto un certo fastidio per il mondo organico e naturale, un disprezzo per la carnalità  (anche la Luna è carnale!) che nasconde un atteggiamento inconsciamente puritano (si veda  il libello antiromantico di Marinetti "Uccidiamo il chiaro di luna" del 1909).

In un suo testo fondamentale, "L'Uomo moltiplicato e il Regno della macchina" (1915), che fa parte di "Guerra sola igiene del mondo" (1917), Marinetti preconizza esplicitamente l'avvento di un'umanità meccanica, e la sostituzione dell'amore per la Donna con l'amore per la Macchina. "Bisogna dunque preparare l'imminente e inevitabile identificazione dell'uomo col motore, facilitando e perfezionando uno scambio incessanted'intuizione, di ritmo, d'istinto e di disciplina metallica (...)noi aspiriamo alla creazione di un tipo non umano, che nel quale saranno aboliti il dolore morale, la bontà, l'affetto e l'amore, (...), soli interruttori della nostra possente elettricità fisiologica. (...) Il tipo non umano e meccanico, costruito per una velocità onnipresente , sarà naturalmente crudele, onnisciente e combattivo."
Si tratta, come si vede, di una fantasia ibrida,  (questo tipo umano non è un robot eterodiretto, ma è dotato di sensibilità e sentimenti adeguati alla sua natura d'acciaio e alla sua "elettricità fisiologica"); Il risultato è una specie di vitalismo meccanicistico o viceversa di meccanicismo vitalistico:(Marinetti parla ad esempio di "fiuto metallico", ibidem), in cui l'erotismo è diretto alla bellezza  tutta energetica delle macchine, dell'acciaio e dell'elettricità,  felicemente estranea alle debolezze della carne, e la sensualità umana si modella invece su un comportamento automatico: "contatti rapidi e disinvolti" strettamente funzionali alle necessità fisiologiche, "come il bere e il mangiare", un mangiare per di più senza pepe né spezie. Il bello della macchina è che si risolve tutta nella propria funzione, è fatta per l'azione, e solo per quello, senza  inutili residui, sbavature e pesi morti sentimentali.
 
 
 

METROPOLI

Sant'Elia, La citt› nuova, 1914La metropoli, luogo privilegiato della modernità, luogo di scontro e, di tensioni; e dunque la folla, la strada, la vita sociale, la tensione politica. E' la città moderna  protagonista dell'undicesimo enunciato del manifesto stesso. "Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli..." La città moderna è specificamente esaltata come luogo di sollecitazione immaginativa l'anno dopo nel "Manifesto dei pittori futuristi": "possiamo noi rimanere insensibili alla frenetica attività delle grandi capitali, alla psicologia nuovissima del nottambulismo, alle figure febbrili del viveur, della cocotte, dell'apache e dell'alcolizzato?" Traguardo verso il quale si muoveva lo scarto utopico presente nelle proposte di Sant'Elia. "Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile ad un immenso cantiere tumultuante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa futurista simile ad una macchina gigantesca" ("L'architettura futurista", 1914, in "Lacerba" del 1° agosto).

I progetti architettonici futuristi configurano, in  una proiezione che  allora era  ancora sostanzialmente utopica (ma sarà raggiunta dalla progettualità megastrutturale degli anni Sessanta), il paesaggio urbano della metropoli moderna:  città dei grandi nimeri,  cantiere in continua trasformazione, luogo della moltiplicazione degli scambi, della polifunzionalità. Il luogo che per eccellenza ci  fa vivere in presa diretta la simultaneità.
 
 

NAZIONALISMO

cartolina bellicista, 1915Da sempre patriottico e militarista, ma venato inizialmente di simpatie anarcoidi e socialiste e insofferente di barriere provinciali,  il futurismo slitta rapidamente verso il nazionalismo aggressivo, su un piano inclinato che coinvolge tutta l'Europa e che sfocerà, dopo la prima guerra mondiale, nel nazionalsocialismo.
Il conflitto  è centrale tanto dal punto di vista marxista che da quello futurista. Ma la natura del conflitto è  vista  dai futuristi in termini profondamente diversi;  non  è più  lotta  all'interno di ogni nazione tra classi portatrici di interessi contrapposti.  La lotta di classe si sposta, diventa lotta  tra nazioni povere e proletarie nazioni ricche e padrone. Quindi il motore della storia non è più il conflitto sociale, ma la guerra "sociale"  tra nazioni. Anzi  tra  razze e popoli  che incarnano diverse concezioni dell'esistenza, innovatrici o conservatrici. Si veda il diagramma del conflitto mondiale ("Sintesi futurista della guerra") realizzato da Carrà: da una parte i "popoli poeti",  - tra questi l'Italia, cui vengono attribuite "tutte le forze e tutte le debolezze del genio" -  dall'altra "i loro critici pedanti"; insomma le nazioni dotate di "genio creatore"  si battono contro la "cultura tedesca", alla quale vengono attribuite razzisticamente  un numero impressionante di qualità morali e intellettuali negative, a cominciare dalla "cretineria"(che accomuna Austria e Germania) fino al "sudiciume" e la "ferocia" (Austria) o alla "goffaggine" e la "brutalità" (Germania) mentre la Turchia viene definita semplicemente "uguale a zero". Al posto dell'economia, il fattore trainante della storia torna ad essere insomma il carattere innato dei popoli, secondo i più vieti pregiudizi ereditati dal passato, in contrasto con le tendenze antinaturalistiche e antitradizionaliste pure presenti nel movimento futurista.
 
 

SIMULTANEITA'
parole correlate: VELOCITA', INTERNAZIONALISMO
 

La simultaneità è figlia della modernità, è la sua espressione più tipica.
L'enorme espansione delle reti di comunicazione, la velocità  crescente dei trasporti rendono simultaneamente presenti oggetti distanti e praticamente contemporanei eventi discontinui.

La simultaneità  è un concetto chiave per tutto il primo Novecento, dai punti di vista più diversi: nel 1922 Bergson  le dedicò un saggio celebre: "Durée et simultaneité: à propos de la théorie d'Einstein". In psicologia la simultaneità fu studiata in particolare da C.G.Jung.

La sensibilita' futurista  fu tra le prime a "scoprire" la simultaneità e a sintonizzarsi sulla sua lunghezza d'onda.:  attenzione ramificata a tutta la realtà circostante, percezione in uno stesso istante del vicino e del lontano, di sensazioni attuali, di memorie,  di fantasie; interferenza dei sensi tra loro, intreccio di parola-suono-materia-immagine...
 

Boccioni, Gli Addii, Stati d'animo II, (1911)Dinamismo e simultaneità sono, per i futuristi, intimamente correlati. "Ormai nella nostra epoca di dinamismo e di simultaneità non si può separare una realtà qualunque dai ricordi, affinità o avversioni plastiche che la sua azione espansivaevoca simultaneamentein noi e che sono altrettante realtà astratte, points de repère, per raggiungere l'azione totale della realtà in questione", afferma Severini nel suo già ricordato manifesto composto nel 1913.

Boccioni nel 1914 dedica alla simultaneità il sedicesimo capitolo del suo "Pittura scultura futuriste" (Dinamismo plastico). "La simultaneità è per noi l'esaltazione lirica, la plastica manifestazione di un nuovo assoluto: la velocità; di un nuovo e meraviglioso spettacolo: la vita moderna; di una nuova febbre: la scoperta scientifica.[...] Simultaneità è la condizione nella quale appaiono i diversi elementi che costituiscono il dinamismo. E dunque l'effetto di quella grande causa che è il dinamismo universale. E' l'esponente lirico della moderna concezione della vita, basata sulla rapidità e contemporaneità di conoscenza e di comunicazioni. " (Scritti editi e inediti, cit., pp.175-176).

Sul piano letterario l'obiettivo della simultaneità era stato lanciato esplicitamente da Marinetti già nel manifesto "Distruzione della sintassi - Immaginazione senza fili - Parole in libertà", datato 11 maggio 1913.  La "rivoluzione tipografica"  ideata da Marinetti  deve  permettere appunto di cogliere in modo anche visivo, e non solo uditivo o mentale,  la valenza espressiva verbale, quindi  realizza una forma di rappresentazione simultanea, su registri diversi. "Ho ideato inoltre il lirismo multilineo - scrive Marinetti - col quale riesco ad ottenere quella simultaneità lirica che ossessiona anche i pittori futuristi, lirismo multilineo, mediante il quale io sono convinto di ottenere le più complicate simultaneità liriche. Il poeta lancerà su parecchie linee parallele parecchie catene di colori, suoni, odori, rumori, pesi, spessori, analogie".

Ma già in "La pittura futurista - Manifesto tecnico", datato 11 aprile 1910, la simultaneità era presentata come compenetrazione dinamica di spazi e oggetti interferenti tra loro  nella percezione dell'osservatore:"Lo spazio non esiste più: una strada bagnata dalla pioggia e illuminata da globi elettrici s'inabissa fino al centro della terra. Il Sole dista da noi migliaia di chilometri; ma la casa che ci sta davanti non ci appare forse incastonata dal disco solare? Chi può più credere all'opacità dei corpi, mentre la nostra acuita e moltiplicata sensibilità ci fa intuire le oscure manifestazioni dei fenomeni medianici? Perché si deve continuare a creare senza tener conto della nostra potenza visiva che può dare risultati analoghi a quelli dei raggi X?"
Tre anni dopo, Soffici, nel suo articolo "La pittura futurista", pubblicato in "Lacerba" del 15 dicembre 1913, spiega : "I futuristi proclamano che una sintesi pittorica può essere formata non dai soli aspetti della realtà contenuti nel campo visivo di chi guarda un motivonaturale, ma che in essa possono entrare come elementi integranti di suggestione tutti gli aspetti circostanti o lontanissimi nel tempo e nello spazio." E ancora più chiaramente dirà nel 1920:
"L'opera non è (...) l'espressione di una sensazione unica, e nemmeno di un gruppo di sensazioni presenti e attuali, ma un flusso, un tessuto di sensazioni diffuse concentricamente intorno al punto geniale espressivo - il creatore - connaturato alla casualità dell'attimo e del luogo in cui si opera l'atto creativo. Esempio: La scatola di cerini che ho davanti a me si lega, come immagine, a un mio pensiero sul mondo, a una memoria amorosa, e questa alla campagna serale che vedo dalla finestra, strettamente complementare del titolo nero del Corriere della Sera.  (...) Generalmente un'opera d'arte è sempre stata imbastita sopra un ÏmotivoÓ (pittorico, letterario) che era una porzione del reale ritagliata nello spazio o nel tempo e inquadrata a sé. L'opera d'arte simultanea consisterà invece in un flusso di sensazioni, senza ÏmotivoÓ unico, e senza quadro" (in "Archivi del futurismo", cit.
vol. I, p. 585).

Anche se i futuristi non lo riconoscono espressamente, la loro attenzione,  al di la' del dinamismo fisico,  ai processi mentali per cui le immagini si associano istantaneamente tra loro in modo apparentemente illogico e imprevedibile,  il porre al centro della propria opera il flusso di coscienza, devono molto alle suggestioni della psicoanalisi, ormai ampiamente divulgate (dinamica psicologica, catene associative, azzeramento delle differenze spazio-temporali  nell'inconscio, ecc.)

 Opere esemplari di arte simultanea  sono state realizzate da Boccioni (in particolare "Dinamismo di un corpo umano", 1913, e "Sviluppo di una bottiglia nello spazio", 1912), Balla, (anche come paroliberista),  Severini (pastelli, studi di danza),  Carrà (alcune scomposizioni d'oggetti),  Soffici ("Scomposizione di piani plastici", 1913),  Prampolini (ad es. "Natura morta", 1915-16), e da Marinetti medesimo, come paroliberista.
 
 

VELOCITA'

Giacomo Balla: plasticit› di luci + velocit› (1912-13)La velocità è il dato più immediato che caratterizza il mondo contemporaneo, agli occhi dei futuristi. Comunicazioni e mezzi di trasporto accelerano  continuamente, e questo cambia strutturalmente non solo l'ambiente, sia urbano sia naturale, ma la percezione  della realtà ambientale. La velocità  delle macchine  brucia le distanze, accelera le sensazioni, essenzializza la sensibilità aprendole nuove prospettive.  Un  celebre enunciato, il quarto, del manifesto del 1909,  suonava: "Noi affermiamo che la magnificenza dei mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa...". Alla velocità  Marinetti, nel manifesto "La nuova religione-morale della velocità", datato 11 maggio 1916, attribuisce  addirittura un valore morale oltre che estetico: "La velocità, avendo per essenza la sintesi intuitiva di tutte le forze in movimento è naturalmente pura.La lentezza, avendo per essenza l'analisi razionale di tutte le stanchezze in riposo, è naturalmente immonda."

E l'esperienza della velocità cambia la visione del mondo, il senso delle proporzioni, la configurazione dei rapporti tra le cose ,  crea o rivela la simultaneità degli eventi, insomma introduce una nuova nozione di spazio e di tempo, .
Nel 1920, nel suo "Primi principi di una estetica futurista" (Vallecchi, Firenze, 1920),  Soffici spiegava: "Cominciamo col dire che le misure stesse sulle quali si ordinano le sensazioni e i pensieri - lo spazio e il tempo - si trovano per noi consapevolmente alterate. Lo sviluppo formidabile della velocità negli spostamenti da un punto all'altro della terra e dell'aria ha prodotto un tale effetto; ed è un fatto che, per chi corre o vola fulmineamente in automobile o in aeroplano, la sua nozione delle distanze e della durata differisce molto da quella che potevano averne gli uomini del passato. Dal che deriva che le stesse dimensioni del globo, stabilite - psicologicamente - sulla lunghezza dello sforzo necessario a misurarne l'estensione, si trovano oggi ridotte in modo considerevole; e ciò non senza una correzione sensibile delle idee fondamentali relative al mondo; e persino dei concetti della metafisica" (in "Archivi del futurismo", cit. vol. I, p. 582). Non dimentichiamo che Einstein aveva  teorizzato (nel 1905) che la velocità della luce fosse indipendente dal sistema di riferimento, dimostrando che  questo implicava l'assenza di uno spazio e di un tempo assoluti, per cui le loro misure erano puramente relative, cioè dipendenti dall'osservatore. In questo quadro la velocità della luce, essendo assoluta, risulta anche essere la massima raggiungibile da un corpo, e si presenta dunque come la velocità-limite.
Sono concetti che colpiscono l'immaginazione e che rapidamente si divulgano fuori dell'ambiente scientifico, prima nell'ambito filosofico e poi  tra gli intellettuali che li recepiscono  in forma spesso orecchiata e approssimativa.

Per Marinetti, che  non studia la fisica moderna ma assorbe come una spugna il clima della sua epoca, la velocità - non la velocità assoluta della luce, ma la velocità in quanto tale, indeterminata, che incalza in tutti gli aspetti della vita moderna - si sostituisce all'assoluto, diventa  l' assoluto dei nostri tempi: "Noi viviamo già nell'assoluto, perché abbiamo creato la velocità onnipresente" (Manifesto del 1909). E Boccioni nel 1914 parla di "un nuovo assoluto: la velocità" ("Pittura scultura futuriste - Dinamismo plastico").

I futuristi sono affascinati dall'impresa di tradurre  in immagini la sensazione fisica, per loro così decisiva, della velocità, e ci si sono cimentati in un gran numero in dipinti, alcuni dei quali celebri, (ad es. "Bambina che corre sul balcone", 1912, di Balla,  "Velocità di motocicletta" , 1913, di Boccioni, "Il ciclista", 1916-17 c., di Sironi), con procedimenti sulle prime più analitici, poi sintetici, in un  processo d'essenzializzazione analogo - e connesso - a quello che ha portato alla configurazione aerodinamica dei veicoli.  Si vedano opere come "Treno partorito dal sole", di Depero (1924), e "La corsa" per "Trittico della velocità", di Dottori (1926).
 
 






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