A Day Late and a Dollar Short,
di Terry Mc Millan,
Viking Penguin 2001.

2 marzo 2001

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Le saghe, familiari, piu' o meno, non son cosa semplice da amare,
Spesso ci si perde un po', non si vede il punto, e troppi destini
correlati in modo spesso arbitrario, a volte confuso, possono
disturbare. 

Questa e' una saga: l'albero genealogico della famiglia e' stampato
due volte, in prima pagina e nell'ultima. Ed all'inizio i dubbi
affiorano. Poi pero' la costruzione cresce, diventa credibile e spesso
affascinante, in una semplicita' molto americana, ed a suo modo
convincente. In una linea tutto sommato semplice si finisce per capire
perche' Terry Mc Millan abbia tanto successo.

E' una storia molto americana: ci sono molte cose da imparare, le
storie sono sempre esemplari, e si puo' sempre fare meglio, a volte
essendo coraggiosi, a volte scendendo a compromessi. Troppo semplice,
troppo diretto, ovviamente: ma poi probabilmente questa semplicita'
riassume e confronta tutta la complessita' che ci circonda, no?

Io, poi, con un'ultima nota del tutto personale, sono sempre
preoccupato dal leggere un inglese volutamente dialettale, dove le
tereze persone scompaiono, le s finali sono, in tutta generalita',
arbitrarie, e spesso "think" diventa "thank". 

Che ricordare: non troppo, alla fine. La volonta' didascalica rende
ogni esempio troppo uguale a tutti gli altri. E' chiaro che il mio
giudizio su questo libro e' difficile da articolare...

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