Amos Oz,
Lo Stesso Mare
(Feltrinelli 2000)

E' un romanzo fatto di poesia, e questa poesia mi ha incantato. Non
conoscevo Amos Oz, l'ho trovato grande. Molta poesia in molto romanzo,
direi: e grande, tutto. La storia, le storie semplici, profonde,
commoventi. La gente in Israele, come tutta la gente, i dubbi, le
difficolta', le lotte, le piccole vigliaccherie.

Rico, che viaggia, e fugge, e trova. Le montagne, i cammini, le
citta', la solitudine, la compagnia.

Miriam, la prostituta, col suo profumo, ed il tempo che passa. Miriam,
con Rico.

Dita, sola senza Rico. Dita, sola, truffata, Dita, difesa. Dita, senza
casa, ma da Albert (il papa' di rigo), ed il fascino e la seduzione,
che sono senza motivo, e solo cosi', senza motivo, possono essere
detti.  Questo e' molto bello: Dita suscita un'attrazione e' forte e
non ha bisogno di essere spiegata.

Ghighi e' un uomo di affari, un giovane uomo di affari. Atletico,
solido, veloce.

Albert ed il fascino di Dita, le coperte rimboccate quando fa fresco,
la vicinanza, le scelte, la vita che resta e che passa.