Tendenze negli U.S.A.: il nostro futuro?


Negli USA la spinta decisiva ad andare in rete fu data ai quotidiani dalla paura di perdere il business della pubblicità locale e degli annunci economici che costituiscono una fonte enorme di guadagno per i giornali americani.

La rete infatti era diventata un luogo ideale per la ricerca di annunci e trasferendosi on-line i quotidiani cercarono in tutti i modi di non perdere la loro fruttuosa prerogativa.

Un esperimento interessante è il sito dell'Associated Press, un sito ricco e aggiornato denominato Wire al quale possono accedere solo gli abbonati ad uno dei giornali (più di 90) soci della cooperativa. I quotidiani soci e l'AP quindi si promozionano a vicenda.
Una sorta di sito dentro al sito del giornale, per cui i giornali aderenti offrono un notiziario più ricco e aggiornato per i loro lettori con la possibilità di ricerca sul database giornaliero (la ricerca estesa all'intero archivio AP è però a pagamento).

Esiste poi la possibilità di ricevere delle customized informations, ovvero un quotidiano elettronico personalizzato nel quale il contenuto non è più confezionato secondo criter di massa ma è scelto attraverso filtri personali.

All'interno del MIT (Massachusset Institute of Technology), nel Media Lab di Nicholas Negroponte è nato un interessante progetto che si chiama "News in the future", tutto ora in corso e finanziato da 24 gruppi editoriali (per l'Italia c'è il gruppo "l'Espresso"). Il progetto vuole costruire un giornale on-demand con una parte del giornale, denominata "Egocentric Window", dedicata a notizie specifiche richieste dall'utente.

Per ulteriori informazioni sull'argomento leggi un estratto dell'ottima tesi di laurea di M. Scalisi; capitolo secondo, "Il progetto News in the future del Media Lab di Boston".
L'intera tesi è disponibile sul sito Baudhaus, sito creato dai laureandi in scienze della comunicazione dell'universita' di Torino.


Secondo una ricerca di Media Metrix sui bilanci dei giornali americani on line, le maggiori testate sul Web continuano ad avere rientri economici abbastanza modesti, nonostante l'indubbia crescita di audience e visitatori verificatasi negli ultimi cinque anni. Nell'ultimo trimestre del 1999, la quasi totalità dei giornali online americani ha registrato perdite più o meno consistenti a fronte di un aumento notevole di lettori virtuali.

"USA Today.com", il giornale elettronico più letto nel globo, primato che detiene ancora oggi, visitato da milioni di lettori all'anno, è stato per molti anni in passivo e ha dovuto aspettare il secondo semestre del 1999 per ottenere i primi guadagni che però, secondo le previsioni, dovrebbero salire di molto nel prossimo periodo. Il settore quindi, alla lunga, sembra rivelarsi produttivo.

La società "Newspaper Direct" apre il 2000 con un nuovo sistema di distribuzione che permette di far arrivare ai lettori il loro giornale abituale in tempo reale e in formato cartaceo direttamente in albergo, e in qualsiasi parte del mondo. Gli editori trasmettono il quotidiano appena confezionato via Internet (in formato Pdf) al server della Newspaper Direct, che a sua volta lo ritrasmette ai vari hotel. Le copie vengono poi stampate direttamente dagli alberghi, con stampante digitale fornita dalla stessa Newspaper Direct, sulla base delle richieste fatte dai clienti al momento del loro arrivo.

Clicca qui per vedere come funziona il modello di distribuzione della Newspaper Direct.

Attualmente, la Newspaper Direct sta sperimentando la nuova tecnologia con alcuni quotidiani europei - "Il Sole 24 Ore", il "Financial Times" e la "S¸ddeutsche Zeitung" - soprattutto quotidiani di tipo economico-finanziario, che hanno molti lettori businessman, a cui interessa essere sempre informati durante i viaggi .

Ogni copia costa all'albergo tra le 5.000 le 7.000 lire (la direzione può decidere se far pagare il quotidiano al cliente o se offrirlo come servizio).

Dal 1999, infine, gli articoli apparsi su periodici telematici, raccolti in cd rom, possono essere per la prima volta sottoposti alla giuria del premio Pulitzer, presso la Columbia University di New York, per concorrere allo stesso nella sezione "Servizio pubblico".

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